Nel caso di pensionati la trattenuta per la cessione del quinto viene eseguita dall’istituto previdenziale (Inps, Inps ex Inpdap, Enasarco, Artigiani, etc) e non supera un quinto della pensione mensile.
Grazie ai prestiti per pensionati è possibile disporre di una somma di denaro per dar vita a progetti chiusi nel cassetto: un viaggio di piacere dopo una vita trascorsa a lavorare, un aiuto economico per i figli, una ristrutturazione della residenza o qualsiasi altro utilizzo.
Il relativo importo è trattenuto direttamente dalla pensione ad un tasso agevolato tra istituto previdenziale e istituto finanziario, per far sì che il rimborso ai pensionati sia più conveniente a livello di tassi e importo rispetto ad altri Istituti finanziari. L’istituto di previdenza è, quindi, il soggetto deputato a versare rate a favore dell’istituto finanziario che ha erogato il prestito.
La cessione del quinto può essere chiesta su tutte le pensioni, ad eccezione di: pensioni e assegni sociali, invalidità civili, assegni mensili per l’assistenza ai pensionati per inabilità, assegni di sostegno al reddito, assegni al nucleo familiare, pensioni con contitolarità per la quota parte non di pertinenza del soggetto richiedente la cessione e prestazioni di esodo ex art. 4, commi da 1 a 7 – ter, della Legge n. 92/2012.
Il pensionato per ottenere la concessione del prestito deve richiedere la comunicazione di cedibilità della pensione: un documento in cui è indicato l’importo massimo della rata mensile.
La comunicazione di cedibilità dell’importo viene elaborata direttamente dalla banca o dall’Istituto finanziario se convenzionato, i tassi d’interesse saranno più vantaggiosi.
La legge stabilisce che un contratto di cessione del quinto deve contenere: